Dopo il successo di Guido Ceronetti al teatro sociale continua anche quest'anno la rassegna di Collisioni sostenuta da Banca D'Alba, con un nuovo atteso appuntamento. La conferenza di Corrado Augias sui vizi degli italiani, a partrire dal suo nuovo libro "Il Disagio della Libertà", Rizzoli Editore.
Perché gli italiani sono così pronti a privarsi della propria libertà, o quanto meno a restringerla? C’è un vizio segreto nel nostro carattere nazionale?
Una riflessione su quello che ormai appare un vizio d’origine del nostro carattere nazionale. Per due volte, negli ultimi novant’anni, gli italiani hanno mandato e tenuto al potere uomini con una evidente vocazione autoritaria: nel 1922 la prima volta, nel 1994 la seconda. Un confronto diretto tra Mussolini e Berlusconi è chiaramente impossibile, ma in entrambe le circostanze c’è stata da parte di molti italiani una specie di cessione di responsabilità, una delega in bianco. In questo libro, Corrado Augias esamina la consuetudine che, per lunghi tratti della nostra storia, ha portato molti italiani a considerare la soggezione come un portato stesso della nascita e gli individui come inermi pedine di fronte alla storia, condannate a una passività psicologica. È questa mentalità diffusa – che ha demolito l’idea di libertà come diritto, diffondendo al contrario la visione della libertà come licenza e l’arte del sotterfugio, della furbizia canagliesca, dell’inganno come scappatoia – che dobbiamo capire e tentare di cambiare. Altrimenti non usciremo mai da una pericolosa condizione di minorità.
Il disagio della libertà. Perchè agli italiani piace avere un padrone, è un saggio di CorradoAugias, giornalista, scrittore, conduttore televisivo. Nel volume Augias tenta di indagare le ragioni che spingono il popolo italiano a scegliere come capi di governo individui caratterizzati da una spiccata ed evidente propensione autoritaria. Andando a studiare gli ultimi novant'anni di storia del nostro paese, dal 1922 al 2011, si trovano due esempi della teoria di Augias, ovvero il periodo fascista di Mussolini e il recente periodo in cui la scena politica era dominata da Berlusconi. La risposta immediata è che siamo un popolo tendenzialmente nemico della libertà, seppur propenso all' arbitrio e all'atto illegale. I numeri da record in negativo di alcune pratiche divenute routine ne sono l'evidenza: evasione fiscale, abusi edilizi e deturpamenti dell'ambiente e del patrimonio del territorio. Si arriva anche alla compravendita dei voti. Una diffusa tendenza etica a lasciare correre e a minimizzare alcuni fatti che intaccano le libertà e i diritti civili in favore del singolo. Numerosi gli intellettuali della nostra storia che si sono interrogati su questa attitudine tutta italiana, da Leopardi a Carducci, fino a Gramsci che parlava di individualismo e di una totale assenza di idea di collettività su cui trovano terreno fertile le diverse forme di criminalità organizzata e di Mafia. Il disagio della libertà, di Augias, è un saggio che racconta e ci mette in guardia sulla nostra più pericolosa debolezza, che mina alla base l'idea di libertà intesa come riconoscimento e rispetto dei diritti di tutti.