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Comune di Azeglio
Piazza Massimo d Azeglio, 2
10010 - Azeglio (TO)
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Descrizione:
Azeglio è situato in una zona pianeggiante nell'estremo lembo nord-orientale del Canavese (eporediense) e confina ad ovest (cantone Boscarina più Cascine Viassa, Sirio e Specura) con Regione Bancassa (il "Maresco") di Anzasco di Piverone, una zona paludosa che non consente edificazioni. Da Azeglio centro storico (verso Cantone Calcinaria), confina a sud verso il Comune di Settimo Rottaro. A ovest invece, sono presenti le Cascine Piane, Castellazzo e Pobbietta, dove, da quest'ultima, si accede alla decentrata frazione Pobbia, a sua volta confinante con Albiano d'Ivrea. A nord si accede alla SSP 228 del Lago di Viverone, confinante col comune di Piverone, da dove si accede alla parte sud-orientale della collina della Serra d'Ivrea.
In epoca romana, Azeglio fu sede di un penitenziario. La prima testimonianza scritta risale al 999, costituita da un diploma di Ottone III. Un documento del 1044 invece, attesta che la zona era sotto la giurisdizione del vescovo d'Ivrea. Essendo posta sul confine di due zone d'influenza, Vercelli e Ivrea, il paese assunse un'importante funzione di blocco militare. Nel XIV secolo, Azeglio vide l'avvicendarsi di varie signorie, tra cui i Valperga di Masino e i marchesi di Ponzone. Vercelli, per rinforzare la propria influenza, spostò l'antico centro e il Castello da località Villa in nuovo sito, denominato poi "Borgo Franco", fortificando così Azeglio dai passaggi occidentali verso il Lago di Viverone; tuttavia, fu inutile. Come accadde per Viverone, Roppolo e altri paesi circostanti, nel 1392 fu assoggettato al Monferrato attraverso le conquiste del mercenario Facino Cane[4]. Il paese fu liberato soltanto qualche anno dopo, grazie alle truppe sabaude del maresciallo Bonifacio di Challant. Successivamente, la storia azegliese si legò alla monarchia sabauda e ai soli marchesi di Ponzone, fra alterne vicende, i quali tramandarono i loro diritti sul feudo, allorquando le figlie di Giacinto ed Aleramo Ponzone si imparentarono rispettivamente con i Tapparelli (o - anticamente - Taparelli), già di Lagnasco e Saluzzo (CN) ed il conte D’Harcourt di Fiano T.se, che ebbero titolo marchionale sul territorio azegliese a circa metà del XVIII secolo e adibirono il Castello a loro residenza estiva. Dai Tapparelli di Lagnasco ebbero discendenza i fratelli Luigi, Roberto e Massimo Tapparelli d'Azeglio, quest'ultimo però nato a Torino, noto per esser stato un politico coadiutore del Risorgimento, presidente del Real Consiglio di Sardegna dal 1849 al 1852; il paese gli dedicò un mezzobusto nella piazza comunale.